Il ministro dell’Interno ha voluto commentare sulla polemica generata dalle parole del responsabile della comunicazione della Regione Lazio.
Marcello De Angelis, responsabile della comunicazione istituzionale della Regione Lazio, si è reso protagonista di alcune affermazioni shock sulla strage di Bologna del 2 agosto del 1980 dando inizio ad una feroce polemica.
Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha voluto dire la sua in merito, intervenendo sulle colonne del Corriere della Sera, condannando quanto dichiarato dal politico che ha negato la responsabilità neofascista dell’attentato.
“Ho più volte detto pubblicamente – affema Piantedosi – che la matrice accertata è quella riferita esclusivamente alla verità giudiziaria, che ci ha consegnato una responsabilità incontrovertibile di personaggi militanti nel terrorismo neofascista di quegli anni. Ho fatto chiaramente riferimento alla verità giudiziaria. Ogni strumentale polemica su questo argomento è opera di chi pretende di avere l’esclusiva dell’indignazione rispetto a una delle pagine più dolorose e vergognose della nostra storia. Ognuno di noi ha una storia pluridecennale che parla da sé“.
“Serve compattezza da parte delle forze politiche”
“Sono certo – dichiara il ministro dell’Interno – che i magistrati andranno fino in fondo per far luce sulla vicenda. Un’attività di dossieraggio finalizzata al condizionamento della vita politica, se confermata, sarebbe un’inaccettabile attività di destabilizzazione. Un’azione molto grave, tanto più se portata avanti da servitori infedeli dello Stato. Su questo, è auspicabile soprattutto l’unità e la compattezza da parte di tutte le forze politiche e sociali“.
“Penso ad un controllo regolatorio più forte – conclude il ministro -, ove possibile anche da parte di autorità indipendenti, anche già esistenti. E andrà fatta una riflessione sulla opportunità di una riscrittura di alcune regole, come ad esempio la limitazione temporale di mansioni e incarichi di particolare sensibilità, garantendone una maggiore rotazione“.